The final job

06:10 Unknown 3 Comments





Il mio totetm: la pallina antistress (fonte)


Il corso di Storia delle cose del prof. Vittorio Marchis è stato senza dubbio molto originale e pieno di spunti di riflessione.
Ad ogni lezione sono stati presentate delle storie, delle persone incredibili, o degli oggetti che hanno creato la storia delle cose; dall'osso dello scimmione kubrickiano alle macchine fantastiche di Robida.
Ogni studente ha dovuto creare un blog che parlasse di una caratteristica che può essere attribuita alle cose e io ho scelto di approfondire la plasticità.
Come primo compito ho dovuto capire appieno il significato di questa parola trovandone la definizione e traducendola nelle lingue più comuni per capire quali sfumature di significato possa esserle dato.
Una volta capito il significato, ho poi creato una mappa mentale che racchiudeva le mie conoscenze sulla plasticità.
Dopo questa prima parte introduttiva, però ho potuto sbizzarrirmi davvero: arte, architettura, design, francobolli, poesia, luoghi, cibi, favole, pubblicità, letteratura antica e moderna.
La plasticità è davvero presente in tantissime cose!
Tutte queste prime scoperte non potevano non essere elaborate graficamente e ho quindi realizzato una word cloud.
A questo punto ho poi continuato la mia indagine sulla plasticità nelle macchine e nei fumetti.
Metà corso a questo punto era già andato e avevo già avuto a che fare con molte scoperte e a lezione sono state presentate 3 odissee: quella classica di Omero, l'Ulisse di Joyce e quel capolavoro visionario che è 2001: Odissea nello Spazio di Kubrick e ho approfondito quindi sul blog la mia caratteristica nella prima Odissea.
Dopo le Odissee è stata poi la volta dei brevetti, dei brand, delle scienze e delle notizie sui giornali e sul web.
L'ultimo compito è stato poi il più divertente e multidisciplinare di tutti: trovare (nel mio caso) la plasticità nel cinema, nella musica, nella letteratura, nell'arte, nella cucina e in una specifica tecnica.
Come è si soliti fare poi alla fine di un percorso, si tirano le somme e si sintetizzano i momenti più importanti.
Ho quindi realizzato un glossario, un abc e una bibliografia della mia caratteristica.
Un totem piccolo e maneggevole che reifichi la plasticità? Senza dubbio una pallina antistress.
È spesso con me durante la sessione esami e non le avevo dato troppa attenzione, tuttavia ora la guarderò sicuramente con occhi diversi; quelli di chi ha scoperto il Pensiero Selvaggio di Levi-Strauss, il cinema di Terry Gilliam o gli automi di Al-Jazari grazie a questo corso di Storia delle Cose.

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3 commenti:

  1. link nel post finale un po' troppo macchinosi. Il testo deve essere leggibile ...

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  2. Risposte
    1. ho corretto le cose che non andavano sul blog: ho reso più fluido il testo dell'ultimo post riassuntivo, aggiunto più link in uscita, ridotto il numero delle etichette e ho anche messo le didascalie alle immagini dove non erano presenti.
      Buona serata.
      Federico Del Gaudio

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